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Prospettiva Miyazaki Finale - La Principessa Mononoke, La Città Incantata, Il Castello Errante di Howl & Ponyo

Oh. Mio. Dio.
Perdono.
Perdono.
Perdono.
Amici bielorussi, non avrei mai voluto che passasse così tanto tempo dall'ultimo post. È stato un insieme di terribili circostanze e onorevoli disguidi... ma tanto queste scuse sudicie non vi interessano.
Andiamo al sodo.

Con questo post, chilometrico oltre ogni dire, si chiude il lunghissimo discorso Miyazakiano.
O meglio, si chiude per il momento. La produzione Ghibli e dei film scritti o in qualche modo eredi della tradizione Ghibli non si esaurisce qui, e ci saranno ovviamente molte possibilità di parlarne in futuro.

Non c'entra niente, ma sappiate che mentre scrivo su RaiMovie stanno passando Furyo, e ora c'è un primo pianissimo di David Bowie quand'era ancora un sanissimo e perfetto esempio di razza ariana. Ma non andiamo avanti, se no 'sto blog chiude o per buliccismo acuto o per nazismo sedizioso.

Per un rinfresco dei plot di ciascun film, vi rimandiamo al sempre simpaticissimo Internet.

La principessa Mononoke
Questo è probabilmente il film più oscuro (in più di un'accezione) della filmografia miyazakiana: è violento, sanguinario (di quel sanguinario con fiotti di sangue che seguono traiettorie da condono gravitazionale) e radicale. La guerra tra Uomo e Natura qui si combatte sul serio. E la gente muore. Anvedi se muore.
Al centro del film, stavolta, un uomo: la principessa del titolo, per quanto centrale nell'intreccio, ha un ruolo prtaicamente da comprimaria. E il ribaltamento della situazione Disneyiana (per quanto non cercato dal Nostro) è ulteriore, proprio perchè la nostra "Principessa" è in realtà un personaggio figlio della violenza e dell'arma. A conferma che non sempre dark è meglio, e nonostante il solito sforzo d'inventiva e la tanta sostanza che c'è dietro, Mononoke risulta un film meno coinvolgente rispetto ai precedenti (forse la poca chiarezza di alcune dinamiche del film, forse io che sono invecchiato), ma comunque capace di toccare le coscienze anche grazie all'atmosfera mitologico-rurale e alla vitalità (insostituibile) dell'animazione.
Insomma, tutto sto grittume si fa anche perdonare: regia e art direction esemplari come sempre, con l'ingresso del computer nel compositing che, diciamola tutta, si fa fin troppo vedere e danneggia le (poche) inquadrature in cui è utilizzato. Peccato, ma c'è sempre d'imparare.

La Città Incantata
Il paradiso delle fiabe e dei personaggi da fiaba, una riflessione sul doppio e sull'opposto (emblematiche le sequenze dello spirito del fiume e quella immediatamente successiva dello spirito dell'oro): la contraddizione umana si traduce qui nel mancato rispetto della natura (ancora, certo), della magia (i genitori che scrofeggiano e per contrappasso vengono scrofati), e dell'infanzia - la protagonista torna ad essere una ragazzina, decisamente meno coraggiosa e quasi oltraggiosamente presuntuosa, che cresce addossandosi responsabilità e concedendosi di sognare. Un film fatto di contrappesi e spostamenti d'asse, di treni che viaggiano a pelo d'acqua.


Il Castello Errante di Howl
Alle ragazze timidine piacciono i ragazzi misteriosi, e proprio non ci riescono a non innamorarsene. Howl è una storia di questo tipo, solo ambientata in un'enorme fortezza camminante. Finalmente una storia sull'Amore romantico oltre il tempo e lo spazio, senza melodrammi e con personaggi memorabili: una versione fantasy del Doctor Who (sì, sono fissato e monotematico)? Sì, ma anche di più: una lezione sull'umiltà, sulla ribellione e sul rifiuto della violenza, temi miyazakiani che collassano grazie a trovate dal sense of wonder quasi sconvolgente. E, per la prima volta forse, una Storia d'Amore con tutti i crismi.

Ponyo
Con Ponyo, si torna bambini. Un film con un tale cuore e tenerezza che fa paura, un film che parla dell'Amore, e del suo immenso potere, soltanto che lo fa parlando di una bimba pesce e del suo 'fidanzatino' umano di cinque anni. Il dualismo Uomo-Natura diventa il punto di partenza per un H&M più propositivo che mai. L'Amore totalizzante, quello che qui assume tanti di quegli aspetti che parlarvene mi sembra quasi di rovinare tutto. Fiori fragili al cinema. O nel vostro salotto, a sto punto. In due termini: riscalda il cuore ed è spettacolare. Se non vi tocca minimamente una cosa tanto sincera, andate a farvi un trapianto di esistenza.

Coming prima o poi:
Prospettiva Miyazaki: Una Prospettiva
Prospettiva Miyazaki: Encore

Coming soon:
Boh.

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