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Inception vs. Prima ti sposo poi ti rovino

Cari amici, bentornati alla nostra dabolfiturata settimanale! Tutto bene, ripresi dalle paturnie del 7 novembre? Sì? Bravi! No? Bravi lo stesso.
Oggi sul banco degli imputati due film in cui è eminente l'uso di camicia e cravatta: Inception, fresco fresco di sala, diretto dal Christopher Nolan, e Prima ti sposo poi ti rovino, diretto, pensate un po', non da un Cohen solo, ma da due. Fratelli. Che roba esagerata, eh?
Abbiamo davanti due (tre) dei più importanti registi americani degli anni 90 e 00, forse quelli della "Nuova" (Nolan ha quasi quarantanni - i Cohen vanno per i 55) Leva Cinematografica che più si avvicinano al concetto di "autore" e che riescono contemporaneamente a far bene in sala. Indico loro perchè al momento non mi vengono altri esempi - come sempre, spazio agli insulti nei commenti.

Dopo la prima di Inception (attenzione: metafora)

Inception parte subito con un affastellarsi di piani di realtà e di sogno che ghezzoh!-che-situation: la storia è quella di un gruppo di teppisti professionisti, capitanato da  Dom Cobb-Di Caprio, ingaggiato da un magnate giapponeso per mandare in rovina finanziaria il suo concorrente in odore di monopolio. E come far ciò? Innestandogli per via onirica il pensiero di scindere la sua uber-società in più parti e disperdere il cucuzzaro tanto sudato da ppapà. Delle robe che manco la Smorfia... e che manco Morfeo se è per quello.
Avvertenza. Usciti di sala, la sensazione è quella di un intasamento neuronale: per un'oretta, non si riesce a pensare in modo lineare... Inception prevede il download di una tale quantità di informazioni e l'elaborazione di una tale quantità di interconnessioni che per le due ore e passa del film e per la successiva mezz'oretta ogni tentativo di giudizio-elucubrazione viene automaticamente abortito da dei centri sinaptici a caso che potrei inventarvi qui su due piedi.
Poi subentra il dubbio (che già in realtà era sorto anche qualche tempo dopo il glorioso precedente nolaniano, Il Cavaliere Oscuro): ma sto qua, sto Christopher, è un genio o è un artista della presa il naso? La tentazione di rispondere in modo estremamente paraculo non mi è estranea, vi rassicuro... per cui, ancor più paraculamente, terrò in sospeso il giudizio almeno per altri sei/otto anni.
Nell'attesa, godiamoci questo bombardamento meme (altra cosa assai rara per un film nell'epoca del WWW del computer).
"Mi crolla il mondo addosso..."
Quel che è certo è che Inception ha il grosso merito di essere un film smisurato, e di questi tempi di film davvero smisurati non è che se ne vedano in giro molti. Anzi, non se ne vedono e basta. Per una volta, si esce di sala con la sensazione di aver creato e piegato un Universo senza lesinare...  un'ambizione esagerata, ma, attenzione, non iperbolica. Esagerata perché la pellicola prende a spallate i water closetd cinematografici desaturati che mamma Hollywood ci propina ogni venerdì. Semplicemente, Nolan abbatte il nostro timido orizzonte di omuncoli  e gioca con "la materia di cui sono fatti i sogni dei sogni" (cit.): certo, il risultato sta alla psicologia come Matrix stava a Platone o a Hegel (e giustamente, che cazzo, siamo anche al cinema!), ma è da premiare il tentativo di tirarci fuori dalla noia di scenari etici da cortile dell'asilo e scaramucce melodrammatiche senza le quali la razza umana ultimamente non sembra in grado di comunicare. Ed è forse uno dei motivi per cui Inception ha racimolato tanta grana è proprio questo - legittimando il biondo regista a strapagare Sir Michael Caine per circa tre minuti del minutaggio totale della pellicola.
A parte, c'è un spunto assai interessante di riflessione sul cinema (d'altronde i sogni funzionano come film: c'è un regista, uno scenografo, attori, persino una proto-sospensione dell'incredulità... ) in cui Nolan si dà sostanzialmente del criminale... rispondendo implicitamente al quesito di cui sopra. Chris, sei proprio incorreggibile.
Inception è talmente ambizioso da spingersi pericolosamente in là con la cape del pubblico, con quanta linearità puoi togliergli prima che ti mandi sonoramente a cagare o cominci a non capirci seriamente un ciufolo. Ambizione questa un po' scialona, eh... ma in tempi di pappa pronta (qualcuno ha detto Avatar?); ambizioso poi perché è un giocattolone da qualche milione di dollari, con dietro regole (di questo riparliamo, però), limiti e campo/i da gioco, è un'“idea radicale” in cui finalmente un regista può prendersi il respiro di costruire una storia. Però fallata.

Gigi!

Però... che cosa vuol dire però... Ebbene, Nolan sarà anche un brillantissimo e ammirevole (e anche attraente, dai)  entrepreneur del cinema de' tempi nostri, ma ci propina delle sonore padellate di cui il caro Cristoforo si sbatte con i suoi occhi cobalto.
Come evidenziato da più parti (Google vi è amico), il film ha dei buchi di sceneggiatura che manco il mio impianto del riscaldamento prima che mi dissanguassi per ristrutturare casa: Nolan, durante tutta la seconda metà del film, va avanti barando, infrangendo gli stessi principi che ci ha tanto faticosamente inculcato nell'ora precedente – perché evidentemente senza il dramma non sarebbe esistito. E già qui avete una mezza idea di quale stupendo vicolo cieco si sia costurito il Siur Regista. Poi, ci sono coincidenze e sviste troppo, troppo, troppo improbabili da essere giustificate da qualsiasi finzione filmica, e ricadono nel ritardo mentale di personaggi che, salvo ovviamente Cobb, consorte e un altro paio di tizi, se esistono hanno vita lunga quanto le betularie.

La sostanza è: lasciatevi scombussolare da questa pellicola, ma attenzione, guardatevi co-stan-te-men-te dietro le spalle.

Ma che... davero davero?

Prima ti sposo poi ti rovino, ai meno noto come Intolerable Cruelty, è un allegro esempio di fiaba stronza.
C'era una volta un avvocato divorzista, cinico e di successo. Un giorno, l'avvocato incontra una stronzaccia manipolatrice e se ne innamora perdutamente. In un tweet, questo è il film. Ciao, alla prossima!

"Ciao, sono Giorgio Clunei!"
No, ok... avete ragione, non ho detto niente.
Ptsptr (un acronimo che definirei wertmulleriano) è un film piuttosto anomalo per i Coen - pensate, è il primo che non hanno scritto loro (urla di stupore, gente che si butta dai grattacieli).
I Coen, lo direbbe il nome, sono di origine ebraica, e gli ebrei hanno un senso dell'(auto) umorismo che dagliene - cioè, uno vero, cioè che loro di "autorialità" e analisi filmica manco vogliono sentir parlare... non quello di Antonella Clerici. Qui quest'autoironia la smorzano un attimo, giocano con il genere sentimentale, un po' parodiandolo, un po' seguendone i dettami, un po' fregandosene delle precedenti. Il risultato è una  raffinata commedia acida fino alla corrosione, "un elegante sberleffo al declino etico del Mondo Occidentale" - sì certo bravo, ma fino a un certo punto...
Dove voglia andare a parare il film lo si intuisce da fotogramma 2, e i Coen se ne rendono conto, tanto che si premuniscono buttandola in farsa - e in alcune sequenzucole il puzzo di farsesco si fa pesante (qualcuno ha detto "assistente di Giorgio Clunei"? oppure "nell'ultima mezzora il Clunei si atteggia un po' troppo a  slapstick comedy"?). Però, se nelle mani di altri tutto questo saprebbe di asparago, i capaci fratelli del Minnesota li rendono 96 minuti di cinema da farsi i grattini da soli.
Per una volta insomma, i Coen ci somministrano il loro sarcasmo sottopelle, ma quello che in realtà vogliono fare è fare a loro modo un film sentimentale di quarant'anni fa e divertirsi. Altrettanto dovrebbe fare il pubblico, ma invece io son qui a scriverne e a spaccarmici discretamente i lobi frontali su...
Insomma, in caso di serata stanca e voglia di film brillantino ma non cretino, andate a recuperarvelo, che c'è anche Suspicious Minds che è una delle canzoni per cui cambierei sesso, viaggerei nel tempo e sposerei Elvis e ci farei una figlia mascelluta.

"Scusa, ma... ha detto davvero "Potete sdrumare la sposa...?"

Purtroppo, la parentela con Inception stavolta non esiste, neanche una piccola piccola... ma se siete così geniacci da trovarcela, sapete dove scrivere. L'unica cosa che mi verrebbe in mente è che se Cobb avesse firmato una qualche forma di contratto prematrimoniale con la moglie impazzita, probabilmente ci saremmo risparmiati un sacco di paturnie durante il film. E probabilmente Christopher Nolan ora non giocherebbe a golf su un prato di diamanti a nostre spese.


Morale:
Prevenire è meglio che innestare.

Next Week:
 Cemetery Junction vs. The Wrestler
ovvero: Ascesa e Declino dell'Uomo Occidentale nella Tempesta di Speranze Che è la Vita.

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