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Prospettiva Miyazaki #2 - Nausicaa della Valle del Vento

Ed eccoci in ritardissimo con il nuovo, fecondo post sulla Prospettiva Miyazaki. Mi scuso per il ritardo, e soprattutto per il fatto di avere esplicitamente saltato il post in programma, ma è la vita. Recupererò, bei fieuls.
Ma bando alle ciance che ho su il té.


Porco Rosso. Uhm, forse.

In un remotissimo futuro, la Terra è stata funestata dai Sette Giorni di Fuoco, che hanno raso al suolo la civiltà umana e devastato l'equilibrio ecologico del pianeta. Solo pochi gruppi di sopravvissuti resistono all'avanzare della letale Giungla Tossica, dove vivono piante e animali che producono spore letali all'uomo. Nausicaa, principessa della Valle del Vento, è una coraggiosa fanciulla che ha caparbiamente abbracciato la missione di scoprire la vera natura della Giungla Tossica - che la ragazza vede come una nuova opportunità per la vita sulla Terra. Ma tutto cambia quando i crudeli Tolmekiani, sulle tracce di una nave volante del regno di Pejite precipitata nei pressi del villaggio di Nausicaa, assoggettano la Valle del Vento e si preparano a conquistare il pianeta.

Addio giorni felici.
Nausicaa è innanzi tutto un manga, ma soprattutto il figlio illegittimo della disoccupazione. Nel 1982, il buon Hayao si trovava in (ovvie) difficoltà finanziarie a causa dell'assenza di ingaggi come animatore, e decide di ripiegare su un progetto tutto suo, Nausicaa appunto, con due obiettivi: chiuderlo quando avrebbe trovato un nuovo impiego, e, soprattutto, non trasformarlo mai in cartone animato. Detto fatto: il manga è durato dal 1982 al 1994, mentre il Nostro ha sfornato qualcosa come cinque lungometraggi, primo dei quali proprio Nausicaa. C'è da precisare che quest'ultima situation non è propriamente da addossare interamente ad HM, che, dovendo assecondare una decisione già presa dell'editore, decise di espandere il progetto originario di un corto di quindici minuti prima in un episodio da un'ora, e poi in un lungometraggio full size.
Nausicaa unisce da una parte una suggestione tutta infantile per il personaggio omerico (dite grazie al signor Pedia), emblema di proto-femminismo per il nostro, visto il suo completo disinteresse per i bellimbusti greci - e come biasimarla viste le tendenze -, e la sua preferenza per arte e natura, che la portarono ad essere la prima Menestrella; dall'altra, è il classico della letteratura giapponese del XI secolo Storia del Consigliere Tsutsumi, del quale non so dirvi niente, tranne che le mie fonti dicono così, e a volte bisogna anche un po' fidarsi. That's the press, baby
Una terza e pesante fonte d'ispirazione è talmente eterogenea e multiforme che vien quasi da applaudire: si chiama letteratura fantastica. Qui c'è tanto Dune, c'è tanta fiaba occidentale, c'è tanto di tutto che alla fine non ci si può far neanche troppo caso, perchè il risultato è tutto Miyazaki.


OttoOhm. (e prova a farlo al computer, James Cameron).
Il tema dominante è quello del rapporto tra uomo e natura - tanto che in molti si sono avventurati nel descrivere il genere di Miyazaki come eco-fantasy (WORST. DEFINITION. EVER). La poetica miyazakiana ha un caposaldo proprio in questa continua ricerca di un rapporto più sereno fra Madre Natura e il suo Figliolo più stronzo, rapporto che certo non obbliga al naturismo né preclude la possibilità della tecnologia (il villaggio della Valle del Vento, un paesello medievale con notevoli innesti ingegneristici), ma vuole evitare gli eccessi di tirannizzazione e sfruttamento - che molto spesso in Miyazaki coincidono con la militarizzazione e l'esplicita rottura dell'"armonia naturale" attraverso la crudeltà della guerra. I cattivi miyazakiani, per quanto spesso non schematizzabili come semplici villian (nota per i non-anglofoni: per villain si intende il farabuttissimo, il cattivone, lo stronzo, il figliodiputtana... capisc?), sono quelli che si rendono prepotenti proprio attraverso le armi.
Quello che incuriosisce di Nausicaa è il fatto che neanche la fazione più natural-naturante, gli abitanti della Valle del Vento appunto, si rendano conto di quello che la protagonista sospetta già da un po'... che neanche la Giugla Tossica è malvagia, neanche i temutissimi Ohm. E questo rafforza la paturnia mentale che mi sono fatto io, ovvero che qui in questo pasturone il vecchio Hayao c'abbia infilato anche un po' di Metropolis - la mediazione cuore e mente, nessun potere è veramente malvagio... però ora che lo scrivo mi sembra tirato per i capelli.
Centrale in questo e nei film di HM tutti è la protagonista femminile, che non è una slumacona passiva come nella metà della cinematografia mondiale, ma è un personaggio forte, auto-cosciente, determinato, ottimista ed emozionante, inizialmente puro ma già abbastanza maturo da capire la necessità dello "sporcarsi le mani" (la strage di Nausicaa in casa propria ce lo sbatte in faccia). Leader naturali, insomma, sia per lignaggio che per tempra.
Anche lei, come tutte le eroine miyazakiane, vola - e il volo è un topos (eeeh, ho studiato) mica da ridere, simbolo di un contatto speciale con il mondo, sottolineato anche dalla particolare empatia che Nausicaa dimostra di avere verso tutte le forme di vita.
Nausicaa non è solo un film contenutisticamente tosto - anche se narrativamente piuttosto sfilacciato -, ma è soprattutto una pellicola pericolosamente splendida visivamente. L'attenzione maniacale del team Miyazaki porta sullo schermo un universo "fantasy" (brrr...) luminoso e credibile, nel solco della tradizione di artigianato zelante e dedicato della tradizione giapponese, ma con una freschezza di sguardo che sorge dalle innumerevoli suggestioni visive tratte dall'arte e dai numerosi viaggi di HM&soci, suggestioni che il regista riplasma ogni volta. Come dice mia mamma: "Guarda quando cucino così impari" - ecco, lo stesso, ma applicatelo al mondo reale.
Come accennavo, non si tratta di un film la cui sceneggiatura non è perfettamente riuscita, ma mi dicono che in Giappone è stata una roba rivoluzionaria. Io ci credo, e non devo fare neanche troppi sforzi. Per indurvi ulteriormente a vedere questa perla - e a farvi rodere perché questa conclusione fa pena - allego anche un allegrissimo trailer coreano!
See you soon, dear losers!




Next week:
Ciocabeck vs. Arrivederci, Mostro.
(finalmente)


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