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Prospettiva Miyazaki #3 - Laputa, Castello nel Cielo

animaVi sono mancato, eh...?


Ok, andiamo avanti!
Bentornati su DoubleFeature, ma soprattutto alla nostra sudatissima Prospettiva Miyazaki. Oggi ci occupiamo di un film che credo sia stato pesantemente adattato nella versione spagnola, ovvero Laputa - Castello nel cielo, conosciuto anche come Castle in the Sky. Questa arriva dopo...
Laputa (1986, e segnatevi la data, perchè è tipo Anno Domini) è il primo film che Miyazaki realizza sotto lo Studio Ghibli, nato nel 1985 da quelle menti ingegneristiche dello stesso HM, del collega Isao Takahata - un omino tanto simpatico che sembra Gianni Morandi, ma con gli occhi chiusi. E giapponese -  e del produttore Toshio Suzuki. Attorno allo Studio Ghibli c'è una fama quasi leggendaria - e, d'altronde, vedendo i risultati, la cosa è ampiamente giustificata.
Ma veniamo al film.


Fuggita fortunosamente da un tentativo di rapimento da parte di un gruppo di pirati, la giovane Sheeta scampa da morte certa grazie a una misteriosa pietra  - chiamata gravipietra - ereditata dalla madre. Il giovane minatore Pazu si prende subito cura di lei, ma ben presto si trova nel mezzo di una doppia fuga, sia dai pirati che dal malvagio Muska, esponente del governo e liaison con l'esercito, che vuole impossessarsi della pietra.
Scoperto l'immenso potere della pietra e il suo retaggio millenario, Sheeta viene però rapita da Muska, che si impossessa del talismano: salvata all'ultimo minuto da Pazu, unitosi alla sgangerata banda di pirati di cui sopra, guidata da Mamma Dola, si mette alla ricerca della leggendaria isola volante di Laputa, ultimo avamposto di un'antichissima civiltà. Ma il misterioso Muska li tallona...

Fanciulle Volanti Non Ancora) Identificate....
Laputa è senz'altro un film di molto più riuscito di Nausicaa. Ed è tutto dire. Come abbiamo avuto modo di disaminare settimana scorsa, Nausicaa nasce come sintesi di un manga in pubblicazione, e soprattutto si trattava del primo film la cui responsabilità artistica era interamente di Miyazaki. Un primo passo un po' pesante, ecco.
Laputa si fa forte di questa imprescindibile "prima" esperienza, però facendo un passo ulteriore verso la compiutezza, sia per quanto riguarda la sceneggiatura - più compiuta e focalizzata -, sia per quanto riguarda l'imagerie, che aggiunge al consueto mix di sense of wonder e umorismo la deliziosità del trance de vie. Quando la somma è maggiore degli addendi insomma. (con questo, esaurisco i forestierismi per la settimana)
Orgogliosamente, Miyazaki porta avanti i suoi personaggi archetipo, specie per le protagoniste femminili: Sheeta, il fulcro del film, è nobile per lignaggio e propensione, idealista e coraggiosa. E, qui come emblema della sua eredità, vola. Come ogni maschio miyazakiano, c'è azu, riciclo del Peter di Heidi, un ometto testardo e un po' allocco, forse il comprimario maschile più idealista tra quelli creati da Miyazaki. Curioso come entrambi siano orfani (Nausicaa e Clarissa lo erano), e curioso anche come il loro rapporto si sviluppi come prossimo a una relazione di coppia.
Dola invece si propone come maschera estremamente originale, una sorta di versione di Lupin al femminile, con una maggiore attitudine al comando e una maggiore saggezza, ma con la stessa dirompente vitalità, espressa a chilate di cibo ingurgitato,  attraverso la prominente fisicità e soprattutto con una premurosità burbera che neanche la mamma di Bud Spencer.
Infine, il cattivo: Muska, con esercito al seguito, polarizza il male nella sua persona, e con esso tutti i consueti valori negativi di prevaricazione, violenza e smania di potere. Il lato oscuro di Laputa, come abbiamo modo di scoprire...

Questa mamma è meglio della tua.

Al consueto fusto di manicheismo sfumato e ecologia, H&M innesta un temone da Battlestar Galactica, ergo la caduta di una civiltà per mano della degenerazione tecnologica: Laputa, al centro di una vera e propria mitologia demiurgica (Laputa come l'isola volante del Gulliver di Swift, ma anche al centro di molti avvenimenti mitologici tramandati nei secoli), è infatti caduta per l'eccessivo sviluppo tecnologico, che, come simboleggiato dal robot-giardiniere, non viene mai rigettato dall'autore, che auspica semplicemente che venga razionalizzato.
Abbiamo anche un sano tocco di comunismo, con Pazu lavoratore nelle miniere, sorridente strizzatein d'occhio del Miyazaki alle lotte dei minatori gallesi degli anni 80.

!
Il film guadagna in intrattenimento puro grazie a un intreccio serrato e preciso, personaggi spassosissimi e un taglio avventuroso che lascia intravvedere un fertile sottotesto. Anche dal punto di vista registico, Miyazaki prende le già suggestive sequenze aeree di Nausicaa e alza la sbarra, sia grazie a un design di navi e personaggi ancor più coraggioso. e alla coerenza nel mantenere alto il lirismo e l'eleganza dell'insieme,senza perdere in suspense e suggestione. Laputa è un film che si sviluppa in verticale, sia nelle scenografie che nell'intreccio - ed nel quale traspare l''vidente l'innamoramento di HM per l'arte, l'architetura e la cultura europea.
A contorno, un passo ulteriore nello steampunk (quasi a schiaffi in faccia nella sequenza dei titoli), la spassosa comicità slapstick (dove davvero si intuisce la sapienza e l'attenzione maniacale degli animatori), oltre alle autocitazioni (gli scoiattolo-volpe di Nausicaa).
Di seguito, i titoli di testa e di coda saldati in un tutt'uno, per trasmettervi via http un po' dell'atmosfera incantata del film. See you soon, fellas!


Next time:
Il mio vicino Totoro!

Somewhere along the line:
Arrivederci mostro vs Chocabeck!

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