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Propettiva Miyazaki #6 - Porco Rosso

Ehilà! Ma chi c'è? Gli internzionali lettori di Double Feature, il blog più sottovalutato di tutta Internet! Un sentito grazie ai nostri fan della Federazione Russa e degli Stati Uniti, e ovviamente i nostri amici thailandesi, a cui rivolgo un sentito เพื่อนที่ดีของฉันในประเทศไทย, วิธีที่คุณสามารถเข้าใจสิ่งนี้หรือไม่.

Colpito da un incantesimo durante la Prima Guerra Mondiale che gli ha trasformato il viso, Marco "Porco Rosso" Pagot è un aviatore che si mantiene come cacciatore di taglie nell'Italia di metà anni 20. Quando il pilota americano Donald Curtis lo umilia pubblicamente schiantandogli lo sferraglione, il Nostro decide di prendersi la rivincita, e, nel processo, impalmare Madame Gina, la graziosa ospite di un hotel sulle rive del Lago di Como di lui innamorata. Braccato anche dai Servizi Segreti fascisti Porco Rosso è affiancato da Fio Piccolo, nipote del fido meccanico del Nostro, che, testardamente, decide di seguirlo nella sua fuga/rivincita.
Anche i maiali sanno volare, forniti di mezzi adatti. (Ora la capite questa battuta)
Bestie parlanti, veivoli, belle donne: c'è tutto il necessario per un film di Neri Parenti, ma invece qui c'è sempre Miyazaki (davvero?!) e viene un film bello. Il nostro ci restituisce intatto tutto il suo amore per aviatori e i loro mezzi (paradossale, visto il parallelo guerra - tecnologia che si è già evidenziato per i film precedenti) e lo riplasma in una storia di profonda umanità, sullo sfondo di un'Italia in pieno fascismo (coi fasci qui vestiti molto meglio). Porco Rosso sarà soprattutto una divertentissima storia d'avventura, ma è soprattutto un percorso di ritorno all'umanità di un essere che se ne era estraniato completamente, perchè disilluso da orrori e ferite insanabili. Porco Rosso è, in definitiva, un invito alla speranza e al volo, metaforico o meno. 

Colpo Grosso al Porco Rosso. Cin cin!
Nonostante Fio sia un altro esempio di “Miyazaki Princess”, se vogliamo chiamarle così, il fulcro del film, una tantum, è un masculo:  come da titolo, il carissimo Porco.  Sì, certo, uno stronzo mica da ridere, ma quantomeno uno stronzo buono, tipo Han Solo: tutte uguali le canaglie del mondo, che inevitabilmente calamitano fanciulle con qualche traccia di "complesso della crocerossina"... Poi c'è il fascino della vittima di incantesimo (Po-po-porker face)... Incantesimo un cazzo, caro il mio Marco...
* Nota supernerd: il vero cognome di Porco Rosso, Pagot, è quello dei creatori di Calimero, Nino e Toni, i cui figli avevano collaborato con HM per la serie Il fiuto di Sherlock Holmes). 
Certo, curioso che il protagonista riassuma tutti i tratti dell'eroina miyazakiana: vola, ha un rapporto speciale con gli animali (essendolo egli stesso) ed è ostinato e coraggioso. Insomma, Porco Rosso è un rarissimo esempio di "quota azzurra" cinematografica.

 "Ehi tu, Porco, levale le mani di dosso."
Con questo film tutto volocentrico, Hayao si concede una librata senza precedenti, con sequenze aeree degne dei migliori documentari di guerra. Anzi, meglio, e con più cuore. Un altro gioiellino per il Maestro giapponese, un altra esperienza memorabile per lo spettatore.
A margine: Porco Rosso ha toccato le sale italiane solo nell'ottobre 2010. Dopo diciott'anni. Un fortissimo applauso per noi.

Next Week: La Principessa Monokoke!

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