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Editorial

"blablabla".
Questa era la prima versione dell'Editoriale, e sostanzialmente condensa tutto quello che questo ennesimo blog di recensioni si ripromette di essere: parole a caso per razionalizzare sul nulla. Oltre che un'elegante scusa per dare del deficiente alla gente.
Devo dirlo subito. Questo  blog novo novello ha dei modelli. Innanzi tutto, i 400 Calci e la defunta Morelli Movie Guide, siti di recensioni cinematografiche tutte matte ma insperabilmente succose che penso abbiano dato parecchie lezioni di cinema (e arte in genere) a parecchi lettori sbarbatelli. Altre fonti d'ispirazione importanti sono Ain't It Cool News, recensioni un po' più istituzionali ma sempre un po' con i piedi sul tavolo e la coca-cola in mano, e Orrore a 33 Giri, massacri musicali d'ogni tipo e trashaggine con l'occhio filologico e chirurgico di chi sa leggere i rifiuti per capire tutto della vita di una persona.
Fatto salvo lo sfruttamento della formula di recenziuni dissacranti e gigionesche, rispetto ai modelli il sottoscritto si riserva qualche intuizioncina: "parlare di" (quindi una roba un po' più ampia del recensire) non uno, ma ben DUE - dico, DUE - film/dischi/libri/quelchecapita, con cadenza (auspicabilmente) settimanale. Soprattutto i film sono scelti puramente a caso, ovvero relativamente al mio personalissimo ordine di visione. Che, con una bella contraddizione, è semi-casuale, o meglio come gira l'ormone. Se possibile, sarà analizzata la parentela dietro a questa giustapposizione, altrimenti ciccia. Ovviamente, nel caso voleste consigliare quelque chose, gli spazi appositi ci sono (commenti, mail, sa-'r-cazzo).
Altra bella caratteristica che ci piace a noi di questo blog è il fatto che a noi in quello che leggiamo/vediamo/ascoltiamo ci gushta sempre trovare la morale. Perchè la morale c'è sempre, no? E allora noi la spieghiamo per filo e per segno, così sono tutti contenti. Non come gli altri.
Per finire annoiandovi, l'obiettivo a cui miro è anche contribuire a rinfrescare l'ambiente "critica italiana". Troppa poca autoironia, troppa retorica, troppo poco rispetto nei confronti del lettore. Qui il lettore o non sarà maltrattato, o sarà maltrattato davvero, non subdolamente come, fa, un nome su tutti, Natalia Aspesi. O Curzio Maltese, che nessuno ha ancora capito perchè scriva recensioni cinematografiche. E cito due di Repubblica non perchè siano dei pericolosi marxisti (cit.) ma perchè è il primo quotidiano che ho a tiro.
Scherzi a parte, il problema è sfaccettato e qui lo voglio affrontare molto superficialmente (tié). Da un paio d'anni lavoro come collaboratore per un sito di musica italiana e già da prima ho scritto per Glamazonia, bellissimo sito dedicato ai fumetti, ergo mi sono fatto le ossa sul campo, con l'aiuto del background teorico che degli studi in Scienze della Comunicazione possono darti.
Nella mia esperienza, l'importanza della recensione ha certo la finalità pratica di consigliarti o meno di vedere un film, leggere un libro o un fumetto, ascoltare un disco, andare a una mostra, comprarti una macchina, per tutta una serie di ragioni che, per quanto giustificate e per quanto il recensore possa illudersi, raramente, molto raramente sono oggettive. Ci sono tante di quelle variabili nell'interpretazione e nell'opinione che ci facciamo delle cose che cercare obiettività in una recensione è come cercare di far dire qualcosa di intelligibile a Umberto Bossi. Si punta al massimo all'imparzialità (ergo, essere equilibrati e saper argomentare perchè) e si tenta formalmente di creare quantomeno un contesto equilibrato in cui si possa istituire una persuasione e un'interazione con l'eventuale lettore. Perchè a quello si punta, persuadere.
Ma soprattutto, una recensione ha il compito di fornire un input critico nel lettore o in altri critici. Mi spiego: la buona recensione non solo dice se il prodotto è buono o meno per determinate ragioni più o meno condivisibili, ma cala il prodotto stesso in un contesto, ricostruisce il reticolo tra l'opera, l'autore, il pubblico, la situazione storica e via dicendo. Solo fornendo queste premesse, un lettore ha l'input per elaborare in proprio il prodotto, per farlo recepire "criticamente". Il buon critico, insomma, suggerisce idee e responsabilizza il consumatore, non gli sbatte in bocca paltate di pappa pronta. E non c'è niente di più insultante delle opinioni "per sentito dire" - non quelle riportate, ma quelle che si fanno "proprie" a pappagallo.
Quello che spesso manca alla critica italiana è la coscienza di questa seconda funzione, e l'intelligenza necessaria per metterla in pratica. Noi siamo qui per dare lustro, sorriso e leggerezza intelligente a una cosa che ha un'importanza  totalmente ignorata, ma che contribuisce a un dibattito e a una circolazione di idee fondamentale per la crescita culturale di un popolo. Fra vent'anni nessuno cagherà più queste righe, ma se nel momento in cui nascono hanno avuto una funzione, è già qualcosa di cui esser fieri. Per il resto, come dice la Settimana Enigmistica e conferma Paolo Conte, la critica sta agli artisti come i cani stanno ai pali della luce - e, in parte, è giusto così.
Beh, ci sarebbe una terza funzione, ma è corollario della prima e qui non c'entra niente, per cui chiudo.
Sperando che questo blog mi faccia anche guadagnare un posto di lavoro oltre che la vostra stima, oltre che magari un pizzico in più di sale in zucca (più per me che per voi, eheheh) quando vi approcciate al selezionato prodotto culturale, vi saluto e vi auguro tante belle cose.
Paolo D'Alessandro

5 commenti:

  1. Bravo, bello, 10+!
    Ma farai anche recensioni di film ormai datati? Che sò, mi viene in mente "Ritorno al futuro" visto che incombe l'anniversario...
    Va beh, comunque sono contento che ti butti sul sociale... eheh

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  2. Ah, e comunque in bocca al lupo per la tua nuova avventura nel www...

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  3. in genere dipende da come mi gira, ma in genere sarà difficile che siano film freschi freschi di sala... forse Inception sì, però spetta almeno un paio di settimane ;)

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  4. Bella Paul!! Cosi anche io imparo qlc di cinematrografico....!!!!

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